Particolato carbonioso (fuliggine) e riscaldamento globale
Che cosa dice la Scienza...
Le particelle carboniose restano in atmosfera per periodi che possono andare da qualche giorno alle settimane.La anidride carbonica provoca riscaldamento che può durare per secoli
Dipende dalla fuliggine “L’IPCC sottovaluta drasticamente il potenziale del parrticolato carbonioso agli effetti del riscaldamento globale nel suo rapporto per i decisori politici. La IPCC ha una agenda e suo compito è quello di incolpare le emissioni umane di anidride carbonica per quanto concerne il cambiamento climatico. L’Europa e l’Asia emettono la maggior parte del particolato carbonioso bruciando carbon fossile, legname, letame, nafta in camini, forni e stufe e tubi di scappamento. Gli USA hanno ridotto in modo drastico le emissioni di tale particolato (noto anche come black carbon) fin da quando introdussero la legge Clean Air Act nel 1963. L’obbiettivo reale della IPCC è quello di incolpare gli Stati Uniti.” (Uncommon Descent)
La fuliggine generata dalla combustione chiamata anche “black carbon” (BC) contribuisce al riscaldamento in due maniere. Per primo le particelle carboniose nere in aria assorbono la radiazione del Sole e riscaldano l’aria. Poi tali particelle scure cadendo sulle nevi e sui ghiacciai trasformano tali superfici da riflettenti in assorbenti, cioè la fuliggine diminuisce l’albedo. Conseguentemente il deposito di black carbon aumenta la velocità di scioglimento delle nevi e dei ghiacci, ivi compresi i ghiacciai delle zone artiche.
Il black carbon in altre parole è un fattore che rappresenta una forzante climatica. Sul breve termine costiuisce un contributo importante al riscaldamento, quindi riducendone la presenza si avrebbero benefici immediati e si potrebbe rallentare il riscaldamento dei prossimi 40 anni, forse di una entità di 0.1-0.2 °C a scala globale. Riducendo il deposito delle particelle carboniose nell’artico si potrebbe rallentare il processo di scioglimente delle nevi e dei ghiacci.
Ma il Black carbon non si accumula nell’atmosfera come fa la CO2. Pertanto ridurre il BC potrebbe avere un effetto immediato ma non di lungo periodo sul riscaldamento globale. La CO2 costituisce la manopola di controllo principale del Clima, e il cambiamento climatico non può essere impedito se non si riducono le emissioni di tale gas. Riduzioni di BC, CO2, Metano e Ozono saranno indispensabili per manetenere l’aumento di temperatura sotto i +2°C rispetto al periodo pre-industriale entro i prossimi 50 anni.
does not accumulate in the atmosphere like CO2. So, reductions in BC have immediate, but not long-term effects on global warming. CO2 is certainly the “biggest control knob” on climate, and climate change cannot be prevented without reducing carbon emissions. Reductions in BC and CO2 and methane and ozone will be necessary to keep global temperatures from rising more than 2°C above preindustrial levels in the next 50 years
“ E’ importante sottolineare che la riduzione di BC può solamente aiutare a ritardare ma non a impedire cambiamenti climatici senza precedenti dovuti alle emissioni di CO2.” (Ramanathan an Carmichael. Global and regional climate changes due to black carbon. Nature Geoscience (2008) vol. 1 (4) pp. 221-227).
I forzanti climatici a vita breve come Metano, black carbon e Ozono sono fondamentalmente diversi da quelli di lunga vita con i gas serra, in quanto rimangono in atmosfera per periodi relativamente brevi. Delle sostanziali e immediate riduzioni di anidride carbonica sono occorrenti per proteggere il Clima sul lungo periodo, e ciò non può ottenersi orientandosi solamente sui forzanti climatici di vita breve.” (Integrated Assessment of Black Carbon and Tropospheric Ozone; United Nations Environment Programme, http://www.unep.org/dewa/Portals/67/pdf/Black_Carbon.pdf, 2011).
“ A causa della sua vita breve in atmosfera gli effetti dei BC possono essere molto importanti a scala regionale, specialmente nel Sud e nell’Est dell’Asia. Altre aree sensibili si manifestano in Messico, Brasile, Peru e zone dell’Africa. In Asia il BC contribuisce al riscaldamento a scala regionale e altera la distribuzione delle precipitazioni. Il BC è motivo di grande allerta nelle zone Himalaiane dove accelera lo scioglimento dei ghiacciai che forniscono acqua a milioni di persone.
Le principali fonti di BC sono prodotte dalla combustioni incomplete delle biomasse vegetali e dalle emissioni dei motori diesel. Delle riduzioni notevoli potrebbero ottenersi sostituendonei Paesi in via di sviluppo le stufe per cucinare riscaldarsi con stufe che bruciano in modo pultito delle biomasse o con l’uso di combustibili alternativi. Infine dovrebbe essere eliminata la usanza di bruciare i residui agricoli in campo aperto come si fa nei Paesi in via di sviluppo.
Nei Paesi industrializzatidell’emisfero settentrionale, le stufe nelle abitazioni costituiscono la fonte pèrincipale di BC. Le emissioni da Nord America e Europa sono le fonti principali note di BC in Artico che contribuiscono in modo significativo al riscaldamente ed alla riduzione dei ghiacci.
Le fonti principali del BC (combustione di biomasse per cucinare e riscaldarsi più emissioni dei mori diesel) non rappresentano le principali fonti di CO2 ( che sono carbone e combustibili fossili). Pertanto entrambi i problemi possono e debbono essere affrontati indipendentemente e simultaneamente. Riduzioni immediate del BC possono farci guadagnare un po’ di tempo per convertire la produzione di enrrga con sistemi a basso contenuto di Carbonio.
Ci sono anche altre ragioni, oltre quelle climatiche, per indurci a ridurre le emissioni di BC. Il black carbon ha anche dei seri e documentati effetti sulla salute; riduzioni del particolato carbonioso a scala mondiale impedirebbe 2.4 milioni di morti premature. Le emissioni di BC sono accompagnate da CO e composti organici volatili (VOC) che hanno a loro volta effetti dannosi sulla salute.
References
Integrated Assessment of Black Carbon and Tropospheric Ozone: Summary for Decision Makers. United Nations Environment Programme and World Meteorological Organization (2011) pp. 1-36.
Lacis et al. Atmospheric CO2: Principal Control Knob Governing Earth's Temperature. Science (2010) vol. 330 (6002) pp. 356-359.
Ramanathan and Carmichael. Global and regional climate changes due to black carbon. Nature Geoscience (2008) vol. 1 (4) pp. 221-227.
Translation by lciattaglia, . View original English version.
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