L’azione degli uomini è troppo insignificante da poter influenzare il Clima della Terra
Che cosa dice la Scienza...
La CO2 contenuta nell’atmosfera sta aumentando di 15 Gt ogni anno
La prima misurazione in continuo della CO2 atmosferica fu effettuata da Charles D. Keeling (Scripps Institution of Oceanography at La Jolla) nella località Mauna Loa (Hawaii) nel 1958. Questa stazione detiene il record di continuità e lunghezza della misura. Attualmente le concentrazioni di CO2 (sia in continuo che con campioni) sono misurate in centinaia di siti nel mondo. Prima del 1958 le concentrazioni della CO2 erano ottenute da analisi delle bolle d’aria intrappolate nelle carote di ghiaccio estratte ai Poli.
Ciò che emerge con immediatezza è che dal periodo pre-industriale ed indietro per 10mila anni la CO2 si è mantenuta stabile intorno a 275-285 ppm. Negli ultimi 120-130 anni la concentrazione atmosferica è aumentata di circa 100 ppm. Attualmente la quantità di CO2 in atmosfera cresce di circa 15 Gt/anno.
Figura 1: concentrazioni di CO2 in parti per milione negli ultimi 10mila anni. La linea blu si riferisce alle misure ottenute dalle carote di ghiaccio estratte a Taylor Dome, Antarctica (NOAA). La linea verde si riferisce alle carote estratte a Law Dome, East Antarctica (CDIAC). La linea finale in rosso corrisponde alle misure dirette di Mauna Loa, Hawaii (NOAA).
Gli uomini emettono 26 Gigatonnellate di CO2 l’anno
Le emissioni globali di CO2 sono dedotte da statistiche internazionali di energia, che riguardano la combustione di carbone, coke, torba, lignite, e la produzione annuale di greggio di ogni nazione. Sulla base di ciò possiamo calcolare quanta CO2 viene emessa non solo negli anni recenti, ma anche fare una stima delle emissioni da combustibili fossili fino al 1751 basandoci su dati statistici storici. Si trova che l’uso dei combustibili fossili e la produzione di cemento sono cresciuti con continuità fino a raggiungere l’attuale valore di emissione 26 Gt/anno.
Figura 2: Stima delle emissioni globali di carbonio dal 1750 to 2006 (CDIAC).
In altre parole il genere umano sta emettendo circa il doppio della CO2 che finisce per rimanere in atmosfera. La natura provvede a ridurre il nostro impatto assorbendo una grossa fetta delle nostre emissioni di CO2. La quantità di CO2 che resta nell’aria, chiamata la “frazione aerotrasportata” si è incrementata del 55% dal 1958.
Individuazione della impronta umana sulla CO2 atmosfericaUna ulteriore conferma che l’aumento della CO2 è dovuto alla attività umana scaturisce dalla analisi dei diversi tipi di CO2 presenti nell’aria. L’atomo di Carbonio ha diversi isotopi (nuclei con diversi numeri di neutroni). Il Carbonio 12 ha 6 neutroni, il Carbonio 13 ne ha 7. Le piante hanno un rapporto 13C/12C inferiore a quello delle molecole della CO2 atmosferica. Se l’aumento della CO2 atmosferica è dovuto all’uso dei combustibili fossili questo rapporto 13C/12C dovrebbe essere inferiore ( in quanto il tempo di decadimento degli isotopi non è eguale). E questo è proprio ciò che si verifica (Ghosh 2003) ed inoltre il trend segue fedelmente il trend delle emissioni.
Figura 3: emissioni annuali globali di CO2 da uso di combustibili fossili e produzione di cemento in GtC/anno (in nero), valore medio annuale del rapporto 13C/12C misurato a Mauna Loa dal 1981 al 2002 (in rosso). (IPCC AR4).
Risulta evidente che il genere umano ha modificato la composizione della atmosfera terrestre in modo drammatico. Se qualcuno pensa sia arrogante pretendere di sostenere ciò, potreste rispondere che è più arrogante pensare di poter inquinare senza subirne le conseguenze.
Translation by lciattaglia, . View original English version.
Le argomentazioni degli scettici...