La IPCC ha sbagliato sui ghiacciai Himalaiani
Che cosa dice la Scienza...
Questa non è la prima inesattezza presente nel IPCC Fourth Assessment Report – esistono diversi articoli che dimostrano che le previsioni IPCC hanno sottostimato la risposta climatica alle emissioni di CO2. In questo caso comunque la risposta climatica è stata invece sovrastimata. In particolare la IPCC AR4 ha previsto che i ghiacciai dell’Himalaya sparirebbero nel 2035, in che non sembra affatto probabile. Come si è originato l’errore? Per rispondere a questa domanda occorre prendere visione a ciò che è avvenuto in un contesto più ampio.
L’errore è situato nella sezione 10.6.2: I ghiacciai Himalaani del IPCC 4AR :
“ I ghiacciai dell’Himalaya stanno ritirandosi più velocemente che in qualsiasi altra parte del mondo. Se la attuale tendenza continua , la probabilità che possano sparire entro il 2035 o anche prima è molto alta , nel caso la Terra continui a riscaldarsi al ritmo attuale. L’area complessiva dovrebbe ridursi dagli attuali 500mila km2 a 100mila km2 entro il 2035 (WWF, 2005)”.
La fonte della informazione era “ An Overview of Glaciers, Glacier Retreat, and Subsequent Impacts in Nepal, India and China", un report del 2005 del World Wildlife Fund. Il report WWF report naturalmente non è una pubblicazione soggetta a peer reviewing. A pagina 25, si legge:
“ Nel1999 in un rapporto del Working Group on Himalayan Glaciology (WGHG) of the International Commission for Snow and Ice (ICSI) si affermava : “i ghiacciai dell’Himalaya stanno ritirandosi più velocemente che in qualsiasi altra parte del mondo e, se la attuale tendenza continua, la probabilità che spariscano entro il 2035 è molto alta”. Le osservazioni dirette su un certo numero di fronti selezionati su migliaia di ghiacciai Himalayani, indicano che gli stessi sono in una condizione di generale declino da almeno 150 anni. La previsione che “ i ghiacciai della regione spariranno entro 40 anni come conseguenza del riscaldamento globale” e che il flusso dei fiumi Himalayani conseguentemente diminuirà provocando estese carenze di acqua” (New Scientist 1999; 1999, 2003) è egualmente impressionante".
Il WWF aveva tratto questa informazione da notizie del 1999 contenute nella rivista New Scientist. Anche in questo caso pubblicazione senza peer review (la rivista è un popolare periodico di divulgazione scientifica). L’articolo era basato su una intervista allo scienziato indiano Syed Hasnain, presidente del Working Group on Himalayan Glaciology, nella quale si ipotizzava che i ghiacciai Himalayani avrebbero potuto sparire entro il 2035. Questa ipotesi però non era supportata da alcuna attività formale di ricerca.
Sfortunatamente l’errore non era stato rilevato nella fase di revisione. Forse a causa del fatto che era finito nella sezione del Working Group II (che ha per focus; Impatti, Adattamenti,e Vulnerabilità a livello regionale). Non era comunque uno degli aspetti fondamentali inclusi nel Technical Summary, the Summary for Policymakers or the Synthesis Report. La previsione del 2035 non fu inclusa nel Working Group I sezione (avente oggetto gli aspetti fisici e con enfasi particolare alla dimensione globale) che invece è normalmente oggetto di una rigorosa procedura di revisione da parte di esperti nel campo.
La morale della storia è chiara: attenersi alla letteratura scientifica peer review. Ciò non vuol dire che la letteratura peer review sia infallibile. Ma nella scienza del Clima non esiste altro metodo di indagine più rigoroso di quello basato sui dati sperimentali, condotto da esperti scientifici e oggetto di revisione da parte di altri esperti del campo.
Ciò conduce ad una questione importante:che cosa dice la scienza peer review circa i ghiacciai Himalayani? La massa di ghiaccio dell’Himalaya è la terza sulla Terra per dimensioni, dopo l’Artico-Groenlandia, e la regione Antartica (Barnett 2005). Nell’Himalaya ci sono circa 15mila ghiacciai. Ogni estate questi ghiacciai riversano acqua nell’Indo, Gange e Bramaputra. Circa 500 milioni di persone dipendono dall’acqua di questi 3 fiumi (Kehrwald 2008). In Cina il 23% della popolazione vive nelle regioni occcidentali dove l’acqua di scioglimeto dei ghiacciai costituisce la principale fonte di acqua nella regione secca (Barnett 2005).
Misure eseguite sul posto, relative ai fronti dei ghiacciai e sulle carote di ghiaccio, hanno evidenziato che molti ghiacciai del versante Sud della catena centrale dell’Himalaya si stanno ritirando ad un ritmo accelerato (Ren 2006). Analogamente sul ghiacciaio Naimona'nyi si è osservata una riduzione di volume , il che è molto sorprendente essendo situato a grande altezza (è il ghiacciaio più alto almondo che sta perdendo massa) (Kehrwald 2008).
Malgrado i rilevamenti on-site coprano solo una piccola parte dell’Himalaya, una copertura molto più estesa si ottiene con remote sensing attraverso satelliti e con metodi basati sul GIS (Geographic Information System). Ciò che è emerso è che i ghiacciai della Cina occidentale si sono ritirati negli ultimi 50 anni, perdendo circa il 4.5% della superficie complessiva (Ding 2006). Questo ritiro risulta molto più accelerato sull’altopiano Tibetano (Yao 2007).
L’errore della IPCC relativo alla previsione del 2035 è stato un episodio sfortunato ed è importante che simili errori vengano evitati in futuro adottando rigorose procedure di revisione. Ma il messaggio fondamentale contenuto nel Rapporto di Sintesi, il cocumento conclusivp dell’IPCC AR4, è confermato dalla letteratura scientifica peer review. I ghiacciai Himalayani sono di vitale importanza per mezzo miliardo di persone e questa risorsa cruciale sta sparendo ad un ritmo crescente.
Translation by lciattaglia, . View original English version.
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